Vini D'Alleramo
Vini del Piemonte a marchio Penny
Scopri i Nebbiolo, Dolcetto e Gavi a marchio D'Alleramo
Langhe Nebbiolo DOC
Il Nebbiolo è una varietà autoctona piemontese a bacca nera che fornisce quelli che sono considerati tra i vini da invecchiamento migliori al mondo a marchio DOC e DOCG, eleganti e strutturati, dotati di una notevole longevità. È conosciuto come vitigno nobile già dal XVI secolo ed ha sempre rappresentato uno dei punti di riferimento per l'enologia mondiale.
Sarebbe proprio la nebbia ad aver dato il nome a questa varietà di vitigno, la cui diffusione è limitata ad alcune zone del Piemonte, particolarmente umide e nebbiose, e rappresenta solo il 5 per cento della superficie coltivata a vite totale della regione. È presente infatti solo nelle Langhe e nel Roero, in provincia di Cuneo e nell’Alto Piemonte (Canavese, Biellese, Alto Vercellese e Novarese). Lo si può trovare anche nell'Astigiano, seppure in quantità minore.
Il Nebbiolo, in base alle zone di produzione può essere conosciuto con il nome di Picotener, Spanna, Chiavennasca, Melasca, Brunenta, Martesana, o clonato sotto forma di Lampia, Michet e Rosé.
Il Nebbiolo matura molto tardi, motivo per cui le vendemmie vengono eseguite sempre dopo la metà di ottobre, quando appunto la nebbia nelle sue zone è più intensa ma ad esso sono riservati i pendii migliori per l'esposizione solare con orientamento sud/sud-ovest. Le rese sono basse ma la qualità davvero eccelsa, motivo per il quale il Nebbiolo non produce grosse quantità ma risulta qualitativamente imparagonabile ai rossi “normali”.
L’ottimo equilibrio tra colore, corpo, acidità, aromi e robustezza alcolica rende quest’uva perfetta per essere vinificata in purezza e ideale per la produzione di vini nobili e corposi, da invecchiamento, come Barbaresco, Barolo, Carema, Nebbiolo d'Alba, Langhe Nebbiolo e altri.
Dolcetto
Il Dolcetto è un vitigno a bacca rossa autoctono del Piemonte, coltivato quasi esclusivamente nelle provincie di Cuneo e Alessandria. Storicamente il Dolcetto è un vitigno molto antico, anche se le prime notizie botaniche scritte di una certa rilevanza si hanno solo alla fine del settecento ad opera del Nuvolone che lo indicava geograficamente nell'area di Acqui e Alessandria, mentre nel 1839 il Gallesio lo posizionava nel Monferrato, anche come origine, con sconfinamenti nelle Alpi e negli Appennini liguri dove veniva indicato con il sinonimo di Ormeasco. Proprio questo particolare viene avvalorato da molti testi medioevali e rinascimentali che descrivono il vino del Dolcetto come mezzo di pagamento negli scambi commerciali sia con la vicina Liguria che all'interno stesso del territorio piemontese.
Nella zona di Cuneo veniva utilizzato nel baratto con i vitelli, mentre al di là dell'Appenino era utilizzato per pagare prodotti finiti rari nell'entroterra, come il sale, facilmente reperibile sulle zone costiere, o i prodotti del mare, con particolare attenzioni alle acciughe con cui si preparava uno dei piatti più ricercati, o ancora con prodotti finiti in arrivo nei porti del litorale, come l'olio. Inoltre con il Dolcetto venivano realizzati oltre al vino, altri prodotti finiti, come le confetture, o venduto come uva da tavola per il consumo fresco, sempre anche in pagamento di altri prodotti.
Gavi o Cortese di Gavi DOCG
Il Gavi o Cortese di Gavi è un vino bianco piemontese, DOCG dal 1998, prodotto al 100% da uve Cortese nella fascia meridionale della provincia di Alessandria. Il suo territorio di produzione tocca 11 comuni: Bosio, Capriata d'Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia, Tassarolo.
È proprio dai terreni marnosi, calcarei e argillosi di queste zone che nasce questo vino conosciuto anche come “Il Grande Bianco Piemontese”.
Presenta le seguenti caratteristiche organolettiche: colore paglierino con riflessi verdognoli, profumo delicato con sentori fruttati (di agrumi, mela e frutti esotici) e floreali (gelsomino e biancospino). Nelle versioni affinate presenta anche note di mandorle e nocciole; il sapore è asciutto, fresco e armonico, di gradevole finezza.
Dell’uva Cortese, benché di origini molto antiche, si hanno notizie risalenti soltanto a pochi secoli fa. La prima descrizione abbastanza dettagliata di questa tipologia si trova infatti nell’ampelografia dei vitigni coltivati in territorio piemontese compiuta dal Conte Nuvolone, vicedirettore della Società Agraria di Torino, pubblicata nel 1798, dove l'uva Cortese viene così descritta: "ha grappoli alquanto lunghetti, acini piuttosto grossi, quando è matura diviene gialla ed è buona da mangiare, fa buon vino, è abbondante e si conserva".
Le tipologie di Gavi DOCG esistenti e prodotte già alla fine dell’Ottocento in Piemonte sono ben 5: Tranquillo, Frizzante, Spumante, Riserva e Riserva Spumante metodo classico.
Questo vino fu uno dei primi vini bianchi a godere di fama internazionale ed è tuttora considerato uno dei migliori bianchi d’Italia.
Langhe Nebbiolo DOC
Il Nebbiolo è una varietà autoctona piemontese a bacca nera che fornisce quelli che sono considerati tra i vini da invecchiamento migliori al mondo a marchio DOC e DOCG, eleganti e strutturati, dotati di una notevole longevità. È conosciuto come vitigno nobile già dal XVI secolo ed ha sempre rappresentato uno dei punti di riferimento per l'enologia mondiale.
Sarebbe proprio la nebbia ad aver dato il nome a questa varietà di vitigno, la cui diffusione è limitata ad alcune zone del Piemonte, particolarmente umide e nebbiose, e rappresenta solo il 5 per cento della superficie coltivata a vite totale della regione. È presente infatti solo nelle Langhe e nel Roero, in provincia di Cuneo e nell’Alto Piemonte (Canavese, Biellese, Alto Vercellese e Novarese). Lo si può trovare anche nell'Astigiano, seppure in quantità minore.
Il Nebbiolo, in base alle zone di produzione può essere conosciuto con il nome di Picotener, Spanna, Chiavennasca, Melasca, Brunenta, Martesana, o clonato sotto forma di Lampia, Michet e Rosé.
Il Nebbiolo matura molto tardi, motivo per cui le vendemmie vengono eseguite sempre dopo la metà di ottobre, quando appunto la nebbia nelle sue zone è più intensa ma ad esso sono riservati i pendii migliori per l'esposizione solare con orientamento sud/sud-ovest. Le rese sono basse ma la qualità davvero eccelsa, motivo per il quale il Nebbiolo non produce grosse quantità ma risulta qualitativamente imparagonabile ai rossi “normali”.
L’ottimo equilibrio tra colore, corpo, acidità, aromi e robustezza alcolica rende quest’uva perfetta per essere vinificata in purezza e ideale per la produzione di vini nobili e corposi, da invecchiamento, come Barbaresco, Barolo, Carema, Nebbiolo d'Alba, Langhe Nebbiolo e altri.
Dolcetto
Il Dolcetto è un vitigno a bacca rossa autoctono del Piemonte, coltivato quasi esclusivamente nelle provincie di Cuneo e Alessandria. Storicamente il Dolcetto è un vitigno molto antico, anche se le prime notizie botaniche scritte di una certa rilevanza si hanno solo alla fine del settecento ad opera del Nuvolone che lo indicava geograficamente nell'area di Acqui e Alessandria, mentre nel 1839 il Gallesio lo posizionava nel Monferrato, anche come origine, con sconfinamenti nelle Alpi e negli Appennini liguri dove veniva indicato con il sinonimo di Ormeasco. Proprio questo particolare viene avvalorato da molti testi medioevali e rinascimentali che descrivono il vino del Dolcetto come mezzo di pagamento negli scambi commerciali sia con la vicina Liguria che all'interno stesso del territorio piemontese.
Nella zona di Cuneo veniva utilizzato nel baratto con i vitelli, mentre al di là dell'Appenino era utilizzato per pagare prodotti finiti rari nell'entroterra, come il sale, facilmente reperibile sulle zone costiere, o i prodotti del mare, con particolare attenzioni alle acciughe con cui si preparava uno dei piatti più ricercati, o ancora con prodotti finiti in arrivo nei porti del litorale, come l'olio. Inoltre con il Dolcetto venivano realizzati oltre al vino, altri prodotti finiti, come le confetture, o venduto come uva da tavola per il consumo fresco, sempre anche in pagamento di altri prodotti.
Gavi o Cortese di Gavi DOCG
Il Gavi o Cortese di Gavi è un vino bianco piemontese, DOCG dal 1998, prodotto al 100% da uve Cortese nella fascia meridionale della provincia di Alessandria. Il suo territorio di produzione tocca 11 comuni: Bosio, Capriata d'Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia, Tassarolo.
È proprio dai terreni marnosi, calcarei e argillosi di queste zone che nasce questo vino conosciuto anche come “Il Grande Bianco Piemontese”.
Presenta le seguenti caratteristiche organolettiche: colore paglierino con riflessi verdognoli, profumo delicato con sentori fruttati (di agrumi, mela e frutti esotici) e floreali (gelsomino e biancospino). Nelle versioni affinate presenta anche note di mandorle e nocciole; il sapore è asciutto, fresco e armonico, di gradevole finezza.
Dell’uva Cortese, benché di origini molto antiche, si hanno notizie risalenti soltanto a pochi secoli fa. La prima descrizione abbastanza dettagliata di questa tipologia si trova infatti nell’ampelografia dei vitigni coltivati in territorio piemontese compiuta dal Conte Nuvolone, vicedirettore della Società Agraria di Torino, pubblicata nel 1798, dove l'uva Cortese viene così descritta: "ha grappoli alquanto lunghetti, acini piuttosto grossi, quando è matura diviene gialla ed è buona da mangiare, fa buon vino, è abbondante e si conserva".
Le tipologie di Gavi DOCG esistenti e prodotte già alla fine dell’Ottocento in Piemonte sono ben 5: Tranquillo, Frizzante, Spumante, Riserva e Riserva Spumante metodo classico.
Questo vino fu uno dei primi vini bianchi a godere di fama internazionale ed è tuttora considerato uno dei migliori bianchi d’Italia.