5 CURIOSITÀ SUL TÈ

Quando si parla di , il pensiero rimanda subito alla pausa pomeridiana che nel Regno Unito è un vero e proprio must. Il famoso “tè delle cinque” è una delle icone del mondo british, ma questa bevanda millenaria ha estimatori e appassionati un po' ovunque.

Nonostante il suo utilizzo risalga a molti secoli fa, la popolarità del tè non accenna a diminuire, complici anche i continui studi che ne confermano le proprietà benefiche e antiossidanti per l'organismo. Ma come orientarsi tra i vari tipi di tè attualmente in commercio? In questo articolo scoprirai quali sono le diverse varietà di tè e alcune curiosità sulla seconda bevanda più diffusa al mondo dopo l'acqua!

Tè: quali sono le varie tipologie?

Anche se negli ultimi anni il tè verde ha conosciuto un autentico boom nei consumi, è solo uno degli infusi che si ricavano dalla pianta Camelia Sinensis, e più precisamente dalle sue foglie. É l'unico tipo che proviene da foglie non fermentate.

La differenza tra i vari tipi è dovuta al procedimento con cui le foglie vengono lavorate. A seconda della durata del processo, si ha una gamma di tè che va dal nero al bianco. Il tè nero è considerato in Oriente una vera e propria medicina naturale, e si trova in commercio in tavolette pressate, o in foglie. Attualmente, il tè nero è quello più consumato in Occidente, sebbene negli ultimi anni sia sensibilmente cresciuto il consumo di tè verde. Si presenta in foglie anche il tè blu-verde, detto anche oolong, leggermente più ossidato. Caratteristica dell'oolong è il suo aroma dolcemente fruttato, adatto a chi non ama i sapori troppo decisi.

Non tutti sanno che la tipologia di tè più diffusa nel Regno Unito è quella rossa: gli inglesi, infatti, definiscono questo come “tè nero” nonostante non sia propriamente corretto.

Più rare da reperire e delicate nel gusto sono le varietà gialla e bianca, quest'ultima ottenuta non dalle foglie, ma dai germogli della pianta presentando così meno teina. Anche quelli con foglie cresciute più in basso o che uniscono assieme alle foglie i rametti della pianta ne contengono di meno. Va’ sottolineato, infine, che il tè in polvere contiene maggior concentrazione di teina rispetto a quello in foglie.

Qual è la principale differenza tra tè verde e tè nero?

Ricavati dalla stessa pianta, questi due tipi di tè sono però originari di zone del mondo diverse, e vengono perciò sottoposti a lavorazioni differenti.

In particolare, il tè verde proviene maggiormente da Cina e Giappone, mentre il nero da Africa, Sri Lanka e India. La materia prima di partenza sono sempre le gemme e le foglie di Camelia Sinensis, ma, mentre per produrre il té verde le foglie vengono sottoposte a un procedimento che ne blocca l'ossidazione, facendo conservare al raccolto il colore originario, il tè nero è ricavato da foglie fermentate, dove il processo non è stato fermato.

Ogni popolo ha sviluppato una tecnica propria per fermare l'ossidazione delle foglie di té: i cinesi le arrotolano e le scaldano in apposite padelle. In Giappone si privilegia il riscaldamento a vapore, ottenendo un infuso dalle spiccate note erbacee.

In comune, le bevande hanno un buon contenuto di teina, la sostanza lievemente eccitante che equivale alla caffeina (sono esattamente la stessa molecola). Quella contenuta nel tè verde agisce però in modo più blando sullo stomaco per cui la sua azione è più lieve ed equilibrata nell'arco della giornata. Il tè nero è maggiormente ricco di fluoro e svolge perciò un'azione protettiva sulla mineralizzazione delle ossa, contrastando anche l'insorgere di carie.

Il tè verde sta spopolando a causa delle molte proprietà benefiche: ha infatti un maggior contenuto di polifenoli, composti fitochimici con proprietà antiossidanti e anti invecchiamento. In generale però ogni infuso ha le proprie caratteristiche e i propri effetti benefici. Tutti i tipi di tè sono inoltre indicati per chi segue una dieta dimagrante, in quanto l'effetto stimolante è utile per bruciare calorie.

Quando è nato il rito del “tè delle cinque”?

Sebbene sia un fatto poco noto, la tradizione anglosassone dell'Afternoon Tea ha origini relativamente recenti. La sua invenzione risale infatti al 1840, grazie alla Duchessa di Bedford, una delle dame di compagnia della Regina Vittoria. All'epoca gli unici due pasti erano colazione e cena, e durante la giornata non era costume consumare quello che oggi conosciamo come il pranzo. La Duchessa arrivava a metà pomeriggio sempre affamata, e perciò prese l'abitudine di farsi servire, verso le 17, dei dolcetti accompagnati da un tè caldo.

In poco tempo questa merenda di metà giornata divenne un appuntamento fisso, occasione per le dame amiche della duchessa di ritrovarsi e conversare, e in pochi anni, complice anche l'adozione da parte della Regina di questa usanza, tutta l'alta società nel tardo pomeriggio si fermava per bere un tè accompagnato da biscotti e pasticcini.

Quanto tè viene consumato al mondo?

Se sei un amante dei numeri, eccoti qualche statistica! Ogni anno, il tè complessivamente bevuto ammonta a 273 miliardi di litri. A sorpresa, il paese dove nel 2019 è stato consumato più tè non è il Regno Unito, che si è attestato terzo, con un consumo pro-capite di 1,94 kg, ma la Turchia (3,16 kg), seguita dall'Irlanda con 2,19 kg consumati per cittadino.

Esistono coltivazioni di tè in Italia?

La risposta è sì. La prima coltivazione si trova in Toscana, a Sant'Andrea di Compito (LU). Attualmente, la produzione si attesta sui 14 kg di foglie l'anno. Oltre a questa, in Val D’Ossola, e più precisamente a Premosello, sul Lago Maggiore, sono state messe a dimora nell’agosto 2017 ben 15 mila piantine che stanno crescendo sane e con un vigore davvero inaspettato. Si tratta probabilmente della più grande piantagione di tè esistente ad oggi in Europa.